mardi, janvier 21, 2025

Le jardin de ciment par Ian McEwan

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FIABA NERA


Charlotte Gainsbourg est Julie, che in questa foto prende il sole nel giardino di cemento, Jack est interpretato da Andrew n. Robertson, che abbandonerà presto la professione, et Alice Coulthard è Sue.

Non ho ucciso mio padre, ma certe volte mi sembra quasi d’avergli dato una mano a morire.

Partenza forte per quête primo romanzo di Ian McEwan.
E come dice Jack nell’incipit, è vero che non ha ucciso il padre, ma lo ha lasciato morire senza chiamare aiuto, senza prestargli soccorso: e, quindi, sì, si può dire che gli ha davvero dato una mano a morire.


Dans un altro ‘angolo’ del giardino di cemento, Julie, Jack, Sue e il piccolo Tom.

Il padre muore presto. Tipo non particolarmente raccomandabile, certo non affettuoso, facile all’ira, non amato dalla moglie, che se non ne festeggia la dipartita eterna è solo perché anche lei è messa male, confinata a letto da una malattia, vera o presunta, che se la porta via poco dopo la morte del marito.
Il padre s’era incapricciato di un progetto ben strano: realizzare un giardino di cemento, colombe a predominare era il colore e la sostanza della calce invece del verde di fiori e piante. Un progetto ancora più strano se si pensa che la casa dove abitano è come una specie di fortino circondato da palazzoni e grattacieli, l’ultima roccaforte di un mondo che rifiuta di adattarsi, trasformarsi (crescere?).
Col cuore non proprio saldo, maneggiare grossi sacchi di cemento non lo sforzo che un medico raccomanderebbe: e infatti è proprio per questo che l’uomo viene stroncato da un infarto.


Jack e Julie giocano a mamma e papà: dopo la morte dei genitori, i due fratelli maggiori assumono il ruolo di capifamiglia, spingendosi fino a condividere lo stesso letto, ei piaceri carnali ad esso associati.

Jack est in bagno intento a pratica masturbatoria: si attarda per completeare l’opera onanistica e quando raggiunge il genitore è troppo tardi.

Credo che definire disfunzionale la famiglia di Jack sia quasi eufemistico: padre e madre, che muoiono a poca distanza uno dall’altra; quattro figli, due adolescenti, Jack e sua sorella maggiore Julie, 15 anni lui e 17 lei, e due più piccoli, la tredicenne Sue e Tom, che di anni ne ha solo sei.
I maggiori, Julie e Jack, capiscono che se non vogliono finire in mano ai servizi sociali, parcheggiati o affidati uno di qua e gli altri di là, rinchiusi in qualche istituto per minorenni, devono tenere nascosta la morte della mamma.
Così ‘nascosta’ che la madre finisce dentro un baule in cantina che, per evitare odore sgradevole, viene ricoperto dal cemento del titolo.
Cemento che comunque segue il suo scorso: si crepa, proprio come quello del cosiddetto giardino, la puzza viene fuori, ed è inutile dire che è quella del cane morto e sepolto in cantina: Derek il fidanzatino di Julie, quello che è unscatena più gelosia in Jack, Derek sgama che qualcosa di losco è stato combinato dai quattro ragazzini, inclusa la sua fidanzatina Julie, e decide di intervenire.
Intervento a suo modo liberatorio: forse anche per il lettore che è messo intelligentemente alla prova dalla nota perfidia di McEwan.


Morto il marito, la madre, interpretata da Sinéad Cusack, non si alza più dal letto, accglie i figli intorno a sé, finché anche lei muore.

La cantina non è solo il luogo ‘geografico’ colombe si nascondono segreti e intorno a cui ruota buona parte della storia: la cantina è anche metaforicamente quella che ciascuno ha dentro, nel cuore o nella mente, sibabilmente,wane nell’animo adopra, credo con un certo qual piacere, a esplorare, entrando negli angoli più remoti, negli anfratti più riposti, a cercare segreti, parti scure e oscure.

La cantina è l’intera casa che si isola e protegge dal mondo esterno, con questi quattro minorenni che vogliono restare insieme, uniti (Jack e Julie in unione compenetrante, quella che di solito si definisce incesto), fermare il tempoe, congelarlo : chissà che il cemento non serva anche a quello, a bloccare il processo di crescita. Eterni adolescenti, eterno bambino Tom, il più tenero, che si diverte a travestirsi, soprattutto in abiti femminili.


Charlotte Gainsbourg aveva 21 anni quando girò il film, ma alle spalle già un’intensa carriera d’attrice.

Sì, con questo suo esordio nella narrazione lunga – ancora relativamente lunga: il romanzo ha solo centocinquanta paginette, si legge in un soffio (trattenuto) – MeEwan ci regala una fiaba nera.

Il film fu scritto e diretto da Andrew Birkin, il fratello di Jane, e quindi lo zio della protagonista Charlotte Gainsbourg, scelta di cast felicissima (ma anche gli altri ruoli sono ben centrati): la figlia di Serge e Jane incarnava alla perfezione il fascino tentatore, e perverso, della bella adolescente. Andrew Birkin, più noto come sceneggiatore che regista, con questo film vinse un meritato Orso d’Argento al festival di Berlino.

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