Brooklyn sans mère par Jonathan Lethem


TESTADIPAZZO


Edward Norton acquistò i diritti del romanzo alla sua uscita, e gli ci sono voluti vent’anni per realizzarlo. Questa è la sua seconda regia, quasi 20 anni dopo la prima. Lionel sur la page est ben più giovane di Norton. L’intera vicenda nel film viene spostata agli anni Cinquanta invece che a metà ’90. Qui Norton est avec Bruce Willis et interprète Frank Minna.

I motherless, i senza madre sono i quattro pseudo investigatei privati, incluso Lionel, l’io narrante, orfani che provengono dallo stesso istituto, che lavorano per Frank Minna, che viene ucciso pressoché all’inizio e nominato ossessivamente per tutto il resto del resto in quanto i quattro, ma soprattutto Lionel, l’io narrante, si impegnano a scoprire chi è il suo assassino.


Norton impegnato nella regia del film presentato pochi giorni fa alla Festa del Cinema di Roma , film d’apertura dell’edizione 2019.

Ho detto ossessivamente perché Lionel, l’io narrante, soffre della sindrome di Tourette. Ecco un assaggio :
Vi siete ormai accorti che rapporto tutto alla mia Tourette? Già, avete indovinato, è un tic. Contare est un sintomo, ma est un sintomo anche contare i sintomi, un tic plus ultra. Ho una méta-tourette. Penso ai tic, con la mente che vortica, i pensieri che si protendono per toccare ogni possibile sintomo. Toccare i tocchi. Contare je conti. Pensare i pensieri. Riferire i riferimenti alla Tourette. È un po’ come parlare del telefono al telefono, o spedire una lettera descrivendo la localizzazione delle varie caselle postali.


Norton/Lionel avec Gugu Mbatha-Raw che interpreta un personaggio diverso dal romanzo. Il fatto è che Norton s’è innamorato del personaggio e ha voluto interpretarlo a ogni costo: ma intorno s’è dovuto inventare una trama diversa e più robusta per giustificare l’impresa (e la spesa).

Strana scelta questa di Lethem: mettere al centro della narrazione un personaggio ossessivo maniacale, ecolalico, che borbotta, bofonchia, rimbrotta, scimmiotta, si agita a scatti, muove le mani, mûre parole e gesti l senzafrenariuscire, un’ a ‘ altro, tic mentali verbali e fisici, pulisce la polvere con una mano mentre con l’altra da buffetti sulla spalla del suo interlocutore salvo poi leccare quella spalla o tentare di baciare in fronte quell’interlocutre.


Bruce Willis, ben più elegante del piccolo boss di strada (neppure quartiere) del romanzo.

En niente viene risparmiato al lettore, ogni pagina è infarcita di corsivi che rappresentano il sonoro della Tourette:
Je ne sais pas de Zendo, Zung Fu semblable à Ken, maître Feng Shui, bâtard de Fungo, masturbation zen, mange-moi !,
en lingua originale, nella traduzione invece :
Pierogi kumquat fonosushi ! Pique-nique trimonial ! Trimonio Insaziabile ! Addolcito fonopierogi ! oppure Monaco monco Zendo ! Monaco Monaco prendo ! ancora Zinzedi zenzuda ! Mostro Pierogi maestro zen zelante. Zapper zazen Zsa Zsa. Zsa Zsa Gabordi (le citazioni provengono dalla stessa pagina).


Norton spiega une scène à Willem Dafoe.

E con un protagonista così voler scrivere un giallo, o thriller, o noir, una detective story, ambientata tra Brooklyn e Manhattan durante l’epoca Giuliani (due mandati, dal 1993 al 2001, ma qui siamo negli anni Novanta, dell’11 settembre non v’è eco, il romanzo è stato pubblicato nel 1999), a metà tra la burla e il motteggio, lo scherzo e l’esperimento, forse sofisticato, forse pirotecnico.


Edward Norton/Lionel impegnato nella sua attività di pseudo investigateur a scoprire il mistero della morte del suo mentore.

Riuscito il tentativo? Dal mio punto di vista direi di no. A giudicare dal successo e dai premi, invece, sì.
Lo spunto di partenza è bello: i quattro orfani che vivono nell’istituto raccattati/adottati da Frank Minna, un po’ piccolo malavitoso un po’ fallito. E anche il personaggio di Lionel est le titre original : peccato che Lethem si limiti alla superficie, alla descrizione dei comportamenti da sindrome di Tourette senza tentare approfondimenti.


Alec Baldwin, interprète altro del film.

Parallèlement à la trama investigativa è piuttosto piatta e scialba, per giunta conclusa con un banale spiegone. I delitti rimangono tutti fuori campo, scelta consapevole, ovvio, ma che riduce la tensione.

PS
Testadipazzo è il soprannome che Minna ha appiccicato a Lionel, un po’ per affetto un po’ per disprezzo. La prima edizione italiana uscì proprio con quel titolo, Testadipazzo.



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